La Storia del Primo Nebiolo

Lo stadio dell’atletica del parco Ruffini è stato costruito nel 1959 su una struttura preesistente, un complesso sportivo degli anni Trenta dotato anche di piscina e di colonia elioterapica.

Questo campo è stato denominato solo nell’8 giugno del 2000 dal nome di Primo Nebiolo, ex atleta e presidente della IAAF (International Association of Athletics Federations) 

L’impianto comprende una pista per atletica leggera a otto corsie e lunga quattrocento metri, utilizzata per allenamenti e manifestazioni internazionali; la pista è ribassata rispetto al livello del suolo e, insieme alla forma ovale dello stadio, fa sì che il Primo Nebiolo venga definito «la bomboniera dell’atletica torinese». Inoltre, vi sono un campo da calcio in erba naturale, una pista per atletica indoor a tre corsie lunga ottanta metri e infine due corsie con relative fosse per salto in lungo e salto triplo, usata per gli allenamenti e per l’attività delle scuole.

Durante la seconda guerra mondiale, Torino subì devastanti bombardamenti aerei; per offrire riparo alla popolazione il Civico Servizio tecnico realizzò, all’interno dello stadio, un ricovero pubblico sotterraneo tale da garantire adeguato rifugio a 1 500 persone in caso di incursioni aeree. Profondo circa dodici metri per uno sviluppo di circa centocinquanta metri, il ricovero era dotato di un impianto di ventilazione, illuminazione, servizi igienici ed acqua potabile.

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